un percorso dedicato a Giuseppe Di Bello recentemente scomparso. 23/11/24 fino alla fine aveva partecipato attivamente a un’altra grande, assurda e necessaria battaglia: quella per chiedere verità sulle cause della grave emergenza idrica che da mesi tormenta la Basilicata. Giuseppe Di Bello, per tutta la vita, ha lottato per salvaguardare la risorsa più preziosa: l’acqua. Proprio per questo, nel 2010, subì un’ingiustizia tanto incomprensibile quanto inaccettabile.
«Da tenente della Polizia Provinciale- spiegò- desideravo compiere al meglio il mio dovere. Per questo mi misi in ferie e pagai di tasca mia le analisi sulle acque dell’invaso di Partusillo, cercando di offrire un servizio alla comunità che mi pagava lo stipendio. Invece di ricevere un riconoscimento, fui denunciato e assegnato temporaneamente al museo, una misura che sarebbe dovuta durare pochi giorni. Quei pochi giorni sono però diventati dieci anni. Durante questo periodo mi sono state negate opportunità concesse ad altri.» un’altra delusione arrivò quando, nonostante fosse stato il più votato alle regionarie del Movimento 5 Stelle nel 2013, vide il risultato annullato a causa di una condanna in primo grado a due mesi e 20 giorni per rivelazione di segreto d’ufficio. Il motivo? Aveva fatto trapelare i risultati dei campionamenti dell’invaso del Pertusillo e denunciato, fuori dall’orario di lavoro, l’inquinamento delle sue terremore